I morti ce
l’hanno la casa,
signor
sindaco,
qui a V. gliela
scavo io.
Una tomba
dopo l’altra
belle
fresche
allineate
e i parenti
ci mettono i fiori.
Ma io che di
giorno
scavo
belli spazi
ai cari estinti
di notte mi
stringo
con moglie
e due figlie
in macchina,
io la casa
non ce l’ho
più.
Ammazzarmi
ci ho pensato,
ma la
famiglia?
Allora ci
siamo messi qua
nella
camera mortuaria
e qua
restiamo
finchè un
tetto vero
non la troviate
pure a noi. Tanto
qualcosa da
raccontare
gli appena
morti ce l’hanno sempre.
Certe
storie! Anche
peggio
della mia. Io li ascolto
ma che ci
volete fare?
Loro sono defunti
noi ancora
no.
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